Skip links

Orto: meglio seminare o piantare?

Share

Seminare o trapiantare? È preferibile acquistare i semi o le piantine già pronte? E il seme è meglio metterlo a dimora direttamente in pieno campo o farlo germinare in semenzaio e poi trapiantarlo?

La risposta a tutte queste domande è: dipende.

Lo so, è una rispostaccia, ma se ci fosse un metodo migliore dell’ altro in modo assoluto tutti farebbero allo stesso modo e non ci si porrebbe nemmeno il problema, no?

In realtà sia la semina che il trapianto di piantine già pronte hanno pro e contro, che vanno valutati di volta in volta, in base al clima in cui coltiviamo, al tipo di ortaggio in questione e alla nostra esperienza.

trapiantare: pro e contro

Coltivare l’orto a partire da piantine già pronte promette l’indubbio vantaggio di avere a che fare con piante mediamente più vigorose, poiché già selezionate a monte. Inoltre utilizzando piantine già sviluppate è possibile ritardare di alcune settimane la messa a dimora rispetto a quanto avverrebbe con i semi. In questo modo si riduce notevolmente il rischio di esporre le plantule appena nate ad eventi atmosferici avversi. Pensate ad esempio ai temibili ritorni di freddo: ritardare 15 giorni può significare scamparvi quella gelata tardiva che magari avrebbe rovinato i germogli se fossero stati in pieno campo anziché ancora in serra (e sbagliare i tempi di semina anticipandoli troppo è uno degli errori credo più frequenti quando si ha poca dimestichezza con l’ orto).

Con le piantine già pronte insomma, una parte difficile di lavoro è già fatta. Non dovrete passare giorni a cercare di capire se i semi germineranno davvero o se avete fatto qualche cazzata, evitando di trovarvi a scrutare il terreno alla ricerca di un germoglio con l’intensità con cui Colombo scrutava il mare per avvistare terra.

Fare l’orto a partire dalle piantine ha però anche diversi svantaggi: i costi da affrontare sono maggiori, le varietà reperibili sono limitate e si espongono i vegetali ad un forte stress al momento del trapianto in pieno campo.

meglio seminare o trapiantare

Seminare: pro e contro

La messa a dimora a partire da seme ha il vantaggio non indifferente dell’economicità e della gamma praticamente infinita di varietà fra cui scegliere. Inoltre le piante che otterrete partendo da seme avranno, nella maggior parte dei casi, un apparato radicale più sviluppato e fittonante, poiché non avrà risentito del soggiorno nello spazio ristretto di un contenitore. D’altra parte però, mentre mettendo a dimora 10 piantine avrete la sicurezza (salvo imprevisti) di trovarvi con 10 piante adulte, lo stesso non vale per i semi, poiché bisognerà mettere in conto che un certo numero di semi non germoglieranno. Inoltre partendo da seme la permanenza in pieno campo si allungherà di qualche settimana, aumentando il rischio di incorrere in eventi atmosferici avversi e in creature poco raccomandabili della risma di lumache e lepidotteri.

Non è detto che la decisione di seminare o trapiantare piantine già pronte debba essere assoluta in un senso o nell’altro: si possono fare scelte diverse a seconda del tipo di ortaggio. Infatti esistono piante molto facili da coltivare a partire da seme, come le zucche e i fagioli, mentre altre come i pomodori richiedono un livello di attenzione e padronanza delle tecniche decisamente maggiore.. Quindi nulla ci impedisce, ad esempio, di partire dai semi con le zucchine e optare invece per piante di pomodori già pronte. (tendenzialmente, ma è una regola empirica e non sempre valida, i semi più grandi sono più facili da gestire)

Le variabili in gioco quindi sono molte, e una risposta univoca su cosa sia meglio è impossibile darla. La scelta va fatta di volta in volta a seconda delle condizioni.

meglio seminare o trapiantare

Però visto che mi sono sbilanciato a fare un articolo in tema vi aspettate che almeno un’ opinione in merito io provi a darla, vero?

Allora il mio suggerimento è: se siete alle prime armi acquistate piantine già fatte, specie per le piante più esigenti. In questo modo diminuirete sensibilmente il rischio di combinare casini durante le prime, delicate, fasi di sviluppo.

Però consideratelo solo un periodo di passaggio per prendere dimestichezza con le piante: appena vi sentite più sicuri abbandonate gradualmente le piantine e iniziate a coltivare a partire dai semi. La natura non aveva previsto vivai in cui acquistare piantine già pronte, e la vera autoproduzione si fa a kilometro zero, senza prendere la macchina. Procuratevi i semi da un contadino della vostra zona, meglio se di varietà antiche e autoctone. Sperimentate con le mille varietà di piante disponibili selezionando, di anno in anno, le vostre sementi, quelle che più si adattano al microclima in cui agite e alle vostre preferenze. Credo sia l’ essenza dell’ autoproduzione ecologicamente sostenibile.

Queste però sono solo le mie idee, non è detto che siano corrette. Quando si parla di coltivazione biologica, i fattori locali sono importantissimi: un terreno può avere caratteristiche completamente diverse da un altro a poche centinaia di metri. E poi, anche chi li coltiva è diverso: ognuno di noi ha inclinazioni e preferenze personali, non sempre dettate da una logica comprensibile dall’ esterno, ed è giusto che l’orto sia un po’ l’immagine di chi l’ha progettato e lo coltiva.

Dunque, che abbiate per le mani semi o piantine già pronte da trapiantare, in fin dei conti poco importa. Guardate fuori dalla finestra: se il clima è quello giusto, uscite subito di casa, e che la magia abbia inizio!

Return to top of page